La Croce di Ferro

Sulla strada verso Ponferrada, passata Foncebadon, si affronta il punto più alto di tutto il Cammino, superando i millecinquecentocinque metri di altitudine. Quasi sulla cima, si giunge in un luogo tra i più emblematici del Cammino, molto sentito dai pellegrini, che spesso sono spinti fino alla commozione. Qui, un alto palo si erge a sostenere una sobria croce di ferro che sembra toccare il cielo. Alla base del palo si addossa una montagnola di pietre, come a formare un piedistallo. Quelle pietre sono state depositate lì dai pellegrini transitati negli anni, dopo averle raccolte in luoghi diversi, più o meno lontani, e trasportate negli zaini. Le motivazioni simboliche sono varie: ognuna è legata strettamente al sentimento che il portatore sente la necessità di esprimere. Si può portare la pietra per espiazione delle proprie trasgressioni, sottoponendosi così a un atto penitenziale; oppure per implorare protezione per il viaggio o per altre necessità. La mia interpretazione è stata quella della donazione. Posto che la pietra è il simbolo di questa sacralità, sentivo anch’io il desiderio di posare la mia pietra; ma non per chiedere, bensì per ringraziare e per donare qualcosa di me, fosse pure una modesta cosa simbolica. Dovevo dare qualcosa a questo Cammino che da giorni mi inondava di bellezza e di incontri, materiali e spirituali, in un’inaspettata serenità. Presi dallo zaino le mie due pietre portate da casa e le deposi nel mucchio alla base della Croce di Ferro. Una era per mia moglie. Lei fece lo stesso, ma le sue pietre erano per i compagni che ci avevano loro malgrado lasciati, certamente ricevute alla stessa maniera.