8^ tappa Logroño – Najera km. 27,6

Mer 13 giu 2018

Siamo nella seconda settimana di giugno e non siamo neanche a metà del Cammino di Santiago, per cui in questa giornata di mezza settimana ci attende un’altra tappa non di poco conto che ci porterà fino a Nájera, quindi sotto a camminare. Bisogna uscire da Logroño, dove ci eravamo lasciati, il cui centro storico è tanto bello quanto è deprimente la periferia. Per ripartire cerchiamo la Fuente de Los Peregrinos e, da lì seguiremo  le indicazioni per Via Verde.

Dobbiamo tener duro fino a La Grajera, non tanto per la strada che è in salita, sì, ma leggera; quanto per il panorama: sono 140 metri di dislivello distesi su 7 km., ripidi solo nei primi 700 metri, ma il sentiero è perlopiù una via asfaltata e praticamente si costeggia sempre la Nazionale, con tanto di TIR e cemento – quando però arriveremo ai laghetti artificiali, il peggio sarà passato. Anche perché l’Embalse de La Grajera è un parco naturalistico e finalmente potremo tornare a respirare a pieni polmoni. Il segno per noi sono delle croci: sono quelle che i pellegrini hanno preso l’usanza di costruire alla bell’e meglio usando gli scarti di una vicina segheria. Da qui tiriamo avanti verso Navarrete. Di tanto in tanto ci voltiamo indietro a rimirar il panorama, in genere si fa la miglior foto sul panorama di Logroño.

La strada che ci aspetta davanti però è migliore: grandi distese di vigne e ulivi, saliscendi delicati.

Siamo stati fortunati, incontrando verso la fine del parco naturalistico uno dei tanti personaggi leggendari del Camino: il barbuto Marcelino, che dispensa consigli (e provvidenziali spuntini) ai pellegrini di passaggio.

Poi alzando lo sguardo sulla collina la sagoma del Toro di Osborne ci sorveglia silenziosa, mentre l’autostrada ci taglia la strada sul più bello, ma, una volta che l’avremo superata, ecco le rovine dell’antico Hospital di San Juan de Acre, risalente al 1185, nientemeno. Ma più che le rovine, per quanto restaurate, si notano più  le torri di pietre lasciate dai pellegrini, com’è ormai tradizione e come incontriamo sempre più spesso andando avanti.

Passato San Juan, siamo a Navarrete, famosa per la produzione di ceramiche. Il centro storico ha i suoi bravi scorci pittoreschi. In uscita, incontriamo il cimitero: ho letto da qualche parte che il portale d’ingresso apparteneva alla chiesa dell’Hospital di San Juan e a vederlo mi viene un po’ di rimpianto pensando a quanto dovesse essere bello il resto della chiesa se il portale era così finemente lavorato.

Il prossimo punto di riferimento che incontriamo è una cooperativa vitivinicola: quella di Sotes, qui il cammino si fa strada asfaltata parallela all’ autostrada conosciuta come Autovia del Camino.

Arrivati a questo punto, la stanchezza comincia a farsi sentire, ma c’è un ultimo leggero sforzo, superare una piccola salita fino a raggiungere Ventosa, dove è possibile trovare rifugio nel bell’Albergue San Saturnino, aperto tutto l’anno.

Noi, invece, siamo tra i più resistenti, quindi continuano verso il Poggio di Orlando, El Poyo de Roland: la leggenda racconta che qua in teoria il prode Orlando, ormai trasfigurato in eroe popolare, avrebbe sconfitto il gigante Ferraguto. A ricordo dell’evento, si dice, i pellegrini lasciano le solite torri di pietre, come per riprodurre il gigante – ma avrete capito ormai che per i pellegrini ogni scusa è buona per metter dei sassi uno sopra l’altro.

Quella specie di trullo in pietra che incontriamo sul poggio è un rifugio per i pastori, anche se qualcuno tenta di collegarlo alla leggenda di Orlando.

Qui la nostra attenzione sale per via di questa zona piuttosto pietrosa. Il dislivello più alto da superare prima dell’ultima discesa verso Najera è l’Alto de San Anton: 150 m. in poco più di un chilometro, niente di trascendentale, ma gli ultimi 200 metri sono infidi proprio per la massiccia presenza di sassi e rocce lisce e scivolose.

Le nostre caviglie sono il bene più prezioso che abbiamo durante il Cammino, per cui “badiamo bene dove mettere i piedi”. Rivolgo soprattutto a Tatiana questa raccomandazione.

Stesso consiglio anche per la discesa: non è ripida, ma il sentiero qui è coperto di sassi, là si spezza in un’improvvisa sequenza di scalini scavati nel terreno, più avanti incrocia la strada senza sottopassi pedonali o passerelle sopraelevate, per cui dobbiamo essere vigili.

Alla fine della discesa, attraversiamo prima il piccolo Rio Yalde, e poi il più baldanzoso Rio Najerilla, il fiume su cui è costruita la meta finale della tappa odierna, Najera, cui vale la pena di dedicare un po’ del tempo e delle forze che ci rimangono.

Siamo entrati in Navarra di cui questa città era anticamente  la capitale (senza dubbio abbiamo già colto l’assonanza  Najèra uguale Navarra).

Da non perdere il Monasterio de Santa Maria la Real: si narra che la cripta era in origine una grotta in cui si erano rifugiati i primi monaci eremiti; quando poi il tutto è diventato un convento francescano, col passare e ripassare dei pellegrini e la conseguente crescita economica della zona, questa divenne una chiesa tanto importante che la famiglia reale di Navarra prese a farsi seppellire qui. Ecco perché la cripta di Santa Maria è chiamata il Pantheon Real.

Fatto il nostro giro culturale, ci ritiriamo stanchi ma soddisfatti nel rifugio consigliatoci per la notte: l’Albergue Municipal è in Plaza de Santa Maria la Real, proprio davanti al Pantheon, ha 60 posti letto, buoni servizi e altrettanto buoni prezzi, per cui entriamo fiduciosi e ci riposiamo per domani.

Nel Cammino si incontrano e si reincontrano persone con cui si condividono tratti di strada. Uno di questi e Tommaso, lo chef napoletano, ci ha superato varie volte durante le varie tappe sempre salutandoci. Oggi lo abbiamo ritrovato, affiancato e camminato insieme, abbiamo parlato con lui. Non ci ha detto che cosa lo ha spinto fin qui sul Cammino di Santiago. Ma è contento di farlo. Sta faticando molto senza le racchette a causa di un problema con un ginocchio avuto 3 giorni fa, ma spera di arrivare fino a Santiago. Conosce ed ama la Spagna come l’Italia, conosce la cultura e la canzone spagnola. Ha citato vari artisti, e quando gli abbiamo detto che veniamo dalla Puglia ci ha cantato ”Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno.

Dati tecnici della giornata:

  • Partenza ore: 5:40
  • Km percorsi: 27.6
  • Dislivello: minimo
  • Meteo: variabile
  • Tempo impiegato: 7:30
  • Fino qui Totale km. percorsi: 200,4
  • Km stimati a Santiago : 598,6