DOVE MI CONDUCONO I PIEDI seconda edizione

Sopra puoi sfogliare tutte la pagine del libro o fare il download cliccando sul bottone.

Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i pellegrini, fin dal Medioevo, intraprendono attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela, dove si trova la tomba di Giacomo il Maggiore, Apostolo di Gesù.

Molti viandanti, quando arrivano a Santiago, scoppiano in lacrime, esausti e felici di aver terminato la Via. In realtà, nel corso degli ultimi decenni sono stati condotti numerosi studi sull’impatto economico, turistico e sociologico del percorso. Mai però era stato affrontato uno studio psicologico che indagasse sugli effetti benefici che il Cammino regala ai pellegrini. L’Università di Saragozza, con il sostegno di altri atenei e dell’Associazione degli amici del Cammino del Nord, ha promosso lo studio chiamato “Proyecto Ultreya” che vuole capire, attraverso una serie di domande online, se veramente il Cammino di Santiago, qualsiasi percorso si decida di prendere, renda più felici coloro che lo fanno. «Questa è la prima volta che viene effettuata un’analisi sugli effetti del Cammino di Santiago sulla salute mentale e sul benessere del pellegrino» ha spiegato il ricercatore e psichiatra Javier García Campayo, coordinatore del Master in Mindfulness presso l’Università di Saragozza. «Quello che vogliamo vedere sono i cambiamenti che l’esperienza produce, attraverso la fatica o il dolore – psicologico, sociale e spirituale».

Al sondaggio, aperto a chiunque abbia intrapreso il Cammino nel 2018, hanno risposto migliaia di pellegrini. E i primi risultati dicono che: «Sì, il Cammino rende più felici». Secondo quanto scrive El Correo Gallego, gli studiosi hanno trovato che non ci sono grandi differenze tra i pellegrini che scelgono di camminare da soli e quelli che preferiscono farlo in compagnia, come pure tra le risposte date da chi ha fatto il Cammino per motivi religiosi e chi no. Le prime conclusioni affermano inoltre che camminare per così tanti giorni «stimola la meditazione», cosa che «induce positivi effetti terapeutici». In parole povere: il Cammino fa bene al corpo e allo spirito. Da un punto di vista psicologico, commenta infine Campayo, il Cammino è caratterizzato da tre fattori che aumenterebbero il nostro benessere: «La solitudine perché, anche se il percorso lo si può fare in compagnia, si ripensa ai diversi aspetti della propria vita; la solidarietà, sia con i pellegrini lungo la Via sia negli ostelli e, infine, il dolore fisico che si è dovuto sopportare».

Nel frattempo consiglio di fare questo Cammino. Fatelo per fede, fatelo per turismo, fatelo per sport, ma se avete tempo (e voglia) fatelo: è una esperienza che vi arricchirà profondamente a prescindere da discorsi religiosi. E vedrete che vi prometterete di tornarci.

Una ricerca di alcuni anni fa, condotta dall’Università di Saragozza, ha dimostrato che percorrere il Cammino di Santiago produce cambiamenti che regalano felicità. È quello che auguro a colore che scelgono di identificarsi in un pensiero dello scrittore e viaggiatore Bruce Chatwin: «Camminare non è solo terapeutico per l’individuo, ma è un’attività poetica che può guarire il mondo dei tuoi mali».

Conclusioni dello studio:

Il pellegrinaggio sul Cammino di Santiago è stato associato a benefici a breve e medio termine in un’ampia gamma di misure di salute mentale e benessere psicologico.

I benefici associati al fare il Cammino sono stati superiori a quelli osservati dopo aver fatto una vacanza “standard” (senza pellegrinaggio) nella maggior parte delle misure di salute e benessere valutate.

Molte delle persone che completano il Cammino di Santiago spiegano quando tornano a casa che questa è stata un’esperienza “terapeutica”. I risultati dello studio Ultreya a cui hanno partecipato centinaia di pellegrini forniscono prove scientifiche di tale impressione.