Il fuoco di San Antonio e i monaci Antoniani

Vicino a Castrojeritz, sul Cammino di Santiago, si trovano le maestose rovine del monastero di San Antón. Fu sede in antichità dell’ordine dei frati Antoniani che si dedicavano al ricovero e alla cura degli ammalati del “fuego de San Antón”, cosi chiamato per la sensazione di bruciore interno che prendeva chi ne era affetto e che poteva in certi casi, sfociare in processi di cancrena alle estremità.
Questo ordine monastico, come succedeva per altri ordini, era avvolto da un alone di mistero e misticismo perchè, offriva riparo e ricovero esclusivamente a questi malati. Agli altri pellegrini infatti che transitavano da quelle parti, affinchè potessero proseguire il cammino, veniva dato loro solo del cibo che veniva calato con un verricello. I resti di questo verricello sono ancora visibili tra le impressionanti rovine del monastero. In questo luogo venivano curati gli infermi ed in cambio dell’ospitalità, essi offrivano della legna. Quando la malattia era molto grave in alcuni casi estremi, i monaci dovevano procedere anche alle amputazioni degli arti in cancrena. Succedeva quindi che chi guariva senza problemi di questo tipo offrisse ex voto, di legno o cera, che riproducevano le estremità guarite …….. il che fece diffondere la cattiva nomea, che i monaci esibissero le parti amputate dei poveri ammalati. Oggi si presume che tale malattia fosse causata da un parassita presente nella segala. Nel nord Europa, dove il pane di segala era un alimento fondamentale, la malattia era molto diffusa. I pellegrini ammalati che entravano in Spagna, dove non si consumava tale alimento, venivano curati, tanto da permettere loro di arrivare fino a Santiago completamente guariti. Le guarigioni venivano così attribuite all’intercessione di San Giacomo apostolo e ai frati Antoniani che in questo modo accrescevano la loro fama di guaritori, in tutto il continente.