Curiosità e un po’ di storia su San Firmino patrono di Pamplona

Quando le usanze locali minacciano di andare oltre l’asserito culto di un determinato Santo, la Chiesa prende in mano la situazione e smussa le sfaccettature di paganesimo troppo esagerate.

Il miglior esempio di una simile influenza reciproca sul Cammino di Santiago lo troviamo arrivati alla città di Pamplona, dopo aver compiuto la nostra terza tappa.

Tutti sappiamo che il Santo Patrono di Pamplona è San Firmino. Benché il suo giorno onomastico cada il 25 settembre – e quindi due mesi esatti dopo quello di San Giacomo – viene festeggiato a Pamplona il 7 luglio, probabilmente per il fatto che in quel periodo sono presenti molti più pellegrini che in settembre.

In questo mese a Pamplona, situata a ridosso dei Pirenei, può fare già abbastanza freddo. Il 7 luglio invece Pamplona si presenta come una stazione intermedia ideale sulla strada per Santiago, in vista della festa di San Giacomo del 25 luglio.

 Questa festa di San Firmino si caratterizza per uno spettacolo di cui i media spagnoli, e non solo, riferiscono regolarmente con dovizia ogni anno. Si tratta di uno spettacolo che non è soltanto folcloristico, in quanto i suoi esiti sono spesso tragici a causa del gran numero di incidenti, alcuni dei quali a volte mortali. Questi si verificano quando i tori destinati alla corrida vengono lasciati liberi di correre per le strade della città e i giovani, per dare una prova di coraggio, corrono davanti ai tori inferociti e spesso vengono incornati e travolti.

Nessuno sembra sapere con esattezza come sia nato a Pamplona il culto di San Firmino. È probabile che il Santo fosse originario di lì ma svolse la sua attività prevalentemente in Francia dove peraltro morì e fu sepolto, nella cattedrale di Amiens. Verosimilmente visse nel IV secolo, ma solo alla fine del XII secolo il vescovo di Amiens inviò alcune reliquie nella sua città natale, alla quale fecero seguito gradualmente anche altre. Nel XVII secolo fu canonizzato ufficialmente e fu nominato Santo protettore di Pamplona.

Il suo culto ha spinto definitivamente in secondo piano il precedente Patrono di Pamplona, San Sernin. Era questi un vescovo di Tolosa e alcune fonti sostengono che avrebbe convertito lo stesso San Firmino.

Secondo una leggenda fu sottoposto a martirio nel 257, secondo un’altra faceva parte dei 70 discepoli di Gesù, tuttavia la conversione di San Firmino da parte sua sembra piuttosto problematica perché i periodi in cui vissero sono abbastanza sfalsati. Allo stesso modo rimane non chiarito il motivo per cui San Sernin, vescovo di Tolosa predicasse in Spagna e perché in seguito San Firmino, nato in Spagna andasse a predicare in Francia e sarebbe diventato il primo vescovo di Amiens.

Una qualche connessione tra i due ci deve essere comunque stata. Quello che avviene a Pamplona durante la festa di San Firmino non ha niente a che vedere né con la sua vita né con la sua morte. San Firmino sarebbe morto in maniera relativamente tranquilla in prigione. Non sappiamo se sia morto di morte naturale o se sia stato giustiziato. Per San Sernin la storia fu invece diversa. Essendosi egli rifiutato di sacrificare gli dei, la folla inferocita lo legò dietro un toro destinato al sacrificio e lo fece trascinare per tutta la città fino a quando il Santo non morì massacrato. Non vi sembra che la festa di San Firmino mostri una stupefacente analogia con questa storia?

La faccenda si fa ancora più cmplicata in quanto ci fu anche un altro San Firmino, festeggiato il primo settembre, ritenuto il terzo vescovo di Amiens. Per non parlare poi del fatto che San Sernin si chiamava in effetti Saturnino e ci sono stati numerosi Santi di questo nome tra i primi cristiani, tre dei quali, fra cui il nostro “Sernin-Saturnino”, sono festeggiati il 29 novembre. E proprio qui possiamo trovare un duplice aggancio. il primo sul nome di Saturnino, il secondo sulla data del 29 novembre. Tutti questi Santi di nome Saturnino derivavano il loro nome dal dio Saturno. Una delle feste popolari più amate nell’antica Roma erano i Saturnali, dedicati al dio Saturno, una sorta di carnevale ricco di orge, in cui si scambiavano i ruoli tra padroni e schiavi, venivano celebrati all’inizio di dicembre, il loro inizio è quasi coincidente con il giorno onomastico dei tre Santi di nome Saturnino.