La tendinite

…momenti del Cammino e cura della tendinite.

Un po’ di stretching prima e dopo la tappa, sempre. Appena arrivato in alloggio, praticare una super doccia, è un toccasana. Prima di andare a dormire, al primo sentore di dolore ai piedi, un’applicazione di vasellina. Si tratta di una crema miracolosa, sperimentata personalmente. La mattina i piedi li senti come nuovi. Dimenticavo, le scarpe. A meno che tu non parta in inverno, evita assolutamente gli scarponi. Ti occorrono due cose: sandali da trekking impermeabili per la sera (o qualsiasi altra evenienza) e scarponcini estivi bassi o invernali leggeri per il giorno. Se temi la pioggia, in goretex, ma ti suderà il piede molto di più che con quelle normali, il che significa vesciche di sicuro. In Galizia, la pioggia, la prendi di certo. Almeno una volta al giorno, altrimenti hai sbagliato strada. È una cosa che fa pensare. Cominci a raccontare il tuo cammino, pianificando di esporre le tue emozioni, le tue sensazioni e cercando di parlare come si deve, per rapire l’attenzione di chi ascolta, per raccontare qualcosa in cui credi davvero. Ma tutto quello che esce è una serie di indicazioni più o meno precise su come camminare, come fare attenzione alle cure, ecc. Accade questo a Santiago: cominci a parlare solo per dire cose profondamente utili, essenzialmente vere, che insomma, vogliono essere dette e, nel contempo, vogliono essere ascoltate. Lungo le mesetas hai sete sul serio, che ti gratta la gola. Hai fame per davvero, perché bruci 3000 calorie al giorno. E, anche se soffri l’insonnia da giorni e giorni, non sei mai preoccupato, perchè sai che troverai un letto che anche se non dormi ti riposi, pronto per la sveglia del mattino. Ormai sei tornato alla dimensione che ti appartiene, cominci a chiamare ogni cosa col proprio nome e a conoscere ogni cosa, persona, elemento della natura, per quello che è.