Il nostro terzo Cammino

Il nostro terzo cammino, iniziato il 5 giugno 2018 dalla graziosa cittadella Saint Jean Pied de Port, versante francese, ai piedi dei Pirenei, ci ha portato in 37 giorni a Santiago di Compostela, Muxia e Finisterra.

Eravamo già stati a Saint Jean Pied de Port nel 2015, in occasione del secondo cammino. Questa località, considerata la porta del Cammino Francese, è considerata la capitale dell’antica regione storica basca della Bassa Navarra.

La storia ci dice che il sito originario della cittadina era diverso da quello attuale, e si trovava nei pressi del villaggio di Saint Jean le Vieux, e fu raso al suolo nel 1177 dalle truppe di Riccardo Cuor di leone.

Ritornandoci, siamo stati consapevoli di essere di passaggio, ci siamo fermati per poche ore, meno di una giornata, ma ci siamo sentiti attratti da un’esperienza nuova e l’interesse per questo luogo ci ha messo sempre un velo di ansia.

Così come descrivere il rapporto con una persona con cui si è condivisa una specifica vitalità intellettuale genera il piacere di un ricordo che crea l’effetto di abbracciare con le parole quella persona, raccontare una storia ricca di sensazioni, profonde o lievi, che comunque allenano l’animo, è come riproporre la contemplazione di quegli accadimenti spingendo nuovamente il pensiero verso le sensazioni che hanno offerto piacevolezza o tensione di spirito nel loro divenire. Si avverte la necessità impulsiva di scrivere quei pensieri che sul quel Cammino qualcosa o qualcuno aveva stampato nelle nostre menti. Ogni volta, lo stimolo non è la pianificazione delle tappe, bensì riviverle e soprattutto rivivere un sogno.

Pensavo che fosse normale in un uomo, all’antica come me, laico per natura, avvertire nuovamente pressante il desiderio realizzabile di interrompere di nuovo la ripetitiva quotidianità, deciso a ripiegare nuovamente la sua anima in uno zaino e trasportarla sulle orme dell’Apostolo.

Perché sul cammino l’anima si libera in un’attività rinnovata, giorno dopo giorno e, fugge in avanti, spazia sulle immense distese attraversate da quei sentieri, mentre l’essere avverte il pressante bisogno di ricongiungersi. L’essere dunque rivive il turbamento della bellezza dei luoghi, realizza di essere creatura fra tutte quelle “laudate” creature e si riappropria della sua anima rinnovata, cammina con determinazione ritrovata, verso il Mistero, sicuro di non raggiungere mai, ma che sa di potervisi avvicinare.