Premessa

Ho deciso di creare questo Blog per mettere il mio diario di viaggio in forma leggibile, perchè al mio ritorno da Santiago mi sono reso conto di non riuscire a descrivere la vera essenza del cammino, le emozioni, gli incontri, la fatica e che, anche guardando le fotografie con gli amici, ci si sofferma inevitabilmente sull’aspetto fisico, atletico o turistico che sono state si delle componenti importanti, ma sicuramente non quelle per cui il cammino ti segna e ti cambia da dentro. Anche i ricordi che mi vengono alla mente sono intrisi di parole, sensazioni, emozioni, vissute con chi si ha realmente condiviso, camminando, una piccola parte della propria vita, come fili lunghissimi che per un attimo si annodano e poi proseguono anche a grande distanza.
Penso che le nostre vite avranno per sempre qualcosa in comune dovuto a quel piccolo nodo lontano.
Sicuramente le motivazioni che si hanno alla partenza cambiano durante il Cammino e l’intensa esperienza che vivi quotidianamente ti cambia giorno per giorno. Durante il Cammino tutto diviene semplice, la vita fatta dal camminare, dal mangiare, trovare un rifugio per dormire … ma tutto viene vissuto lentamente, con un ritmo antico, che non è più nostro, ma che ci fa capire che è per quel ritmo che siamo nati e che quella è la nostra cadenza naturale. Dopo alcuni giorni di adattamento, una volta calati nel Cammino, sembra di aver magicamente attraversato quella famosa porta dell’armadio pieno di polvere stipato in soffitta e ti sei catapultato all’interno di un mondo parallelo che scorre accanto a quello che noi definiamo normale in cui viviamo tutti i giorni. Là ci si ritrova a guardarsi l’un l’altro e ti tocchi, ti pizzichi e ti dici <se mi fa male è vero, sono vivo> con gli automobilisti che si incrociano, con reciproca compassione: loro che pensano <chi te lo fa fare> e noi pellegrini che pensiamo <non sai cosa ti perdi>.
In questo primo cammino siamo partiti in piena estate per diversi motivi. Sicuramente perché  ad alcuni di noi era più facile spendere un mese di vacanza ad Agosto piuttosto che in altri periodi e poi perché ci affascinava il poter camminare su sentieri trafficati con altri pellegrini come noi in un’atmosfera che penso più simile a quella dei pellegrini medievali. Devo anche aggiungere che passando gran parte del mio tempo in montagna (al bosco di famiglia) non sono certo i Pirenei, le mesetas, il caldo, il freddo, la neve o la pioggia a darmi preoccupazione. Siamo partiti in quattro, io, mia moglie che si chiama Tatiana, Antonio e sua moglie Concetta, perché riteniamo di essere delle persone veramente affiatate. In realtà non abbiamo cercato altri compagni di viaggio e, a conti fatti, consiglio veramente di partire con compagni di viaggio affiatati, se non volete rovinarvi il Cammino, almeno sul Camino Francese.
Non ho mai scritto un diario prima d’ora, anzi prendevo in giro mia figlia Natascia quando da liceale scriveva il suo diario segreto. Perciò quanto riportato in queste pagine non vuole essere niente altro che il racconto della mia esperienza, delle mie emozioni, sperando che possa essere utile a qualcuno e fargli magari venire voglia di partire.
Concludo questa breve premessa dicendo che ho fatto fatica a partire! Non l’avrei mai detto, ma è così. Lasciare i figli, compreso i loro cari, mi è costato più di quello che pensavo. Buon segno! Vuol dire che la mia è una famiglia semplice ma vera.